Contest Fotografico “Racconta Teana con una Foto”

Scatta e invia la tua foto alla nostra pagina ufficiale Facebook, verranno scelti gli scatti più belli che comporranno il calendario Pro Loco Teana 2019.

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REGOLAMENTO CONTEST FOTOGRAFICO “RACCONTA TEANA CON UNA FOTO”

Il concorso
Il Contest Fotografico “Racconta Teana con una Foto” è organizzato Pro Loco Teana. Vuole raccontare l’identità del nostro piccolo borgo, promuovendola come destinazione turistica.

Chi può partecipare
Il concorso è rivolto a tutti, residenti, visitatori, turisti, senza limiti di età o provenienza. La partecipazione è gratuita.

Modalità di partecipazione
Per partecipare al contest puoi inviare una o più foto:
1- tramite la Pagina Facebook Ufficiale Pro Loco Teana (@TeanaProloco);
2- caricando sul proprio account Instagram la/le foto utilizzando l’hashtag #raccontateana;
3- consegnando la/le foto in formato digitale ad un componente del Direttivo Pro Loco Teana

Il termine ultimo di invio delle foto è fissato per le ore 24:00 di Sabato 10 Novembre 2018.

Tutte le foto verranno caricate in un album fotografico sulla Pagina Facebook e sull’account Instagram Pro Loco Teana dove potranno essere votate da chiunque con i Like (1 like = 1 voto). 


La votazione si terrà dal giorno 11 Novembre dalle ore 13:00 al 25 Novembre alle ore 20:00


Passano alla fase successiva del Contest le 12 foto che, hanno ottenuto più voti. Il totale dei voti verrà calcolato sommando i voti ottenuti sulla Pagina Facebook e sulla Pagina Instagram. Le foto scelte saranno pubblicate nel Calendario Pro Loco Teana 2019.

Immagini
Ogni partecipante può partecipare senza un limite di immagini singole per l’intera rassegna, ovvero può inviarne tante come desidera e durante tutta la durata del contest. Le foto dovranno riguardare Teana, e in particolare: paesaggi, luoghi, scorci, siti culturali, monumenti, cibo, “personaggi caratteristici”, tradizioni, ecc..e possono essere scattate con qualsiasi macchina fotografica digitale, smartphone, tablet. 
Non vengono accettate le foto ritenute offensive, improprie e lesive dei diritti umani e sociali.

Gli autori delle foto dichiarano e garantiscono di essere titolari esclusivi e legittimi di tutti i diritti di autore, di sfruttamento (anche economico) e di riproduzione delle foto postate, manlevando e mantenendo indenne la Pro Loco Teana da qualsiasi pretesa e/o azione di terzi. 
I partecipanti, nel momento in cui scelgono di inviare la o le foto danno l’assenso all’adesione al bando concorsuale, ne legittimano la pubblicazione da parte della Pro Loco Teana nei suoi canali web, senza che ciò implichi l’obbligo di una previa richiesta di autorizzazione.
Pro Loco Teana non sarà responsabile per eventuali pretese e/o azioni di terzi tra cui, a titolo esemplificativo e non esaustivo, richieste di risarcimento o lamentele per violazione di diritti d’autore e/o d’immagine e per danni relativi al contenuto delle fotografie.

Altre News

Il Popolo

Composto da un numero variabile di persone, che indossano prevalentemente abiti di fortuna che ritraggono figure femminili. Durante il processo incitano la corte a condannare a morte Carnevale, che durante l’anno ha approfittato della loro bontà.

La Legge

Forza esecutrice del processo a carnevale.

Composta dal giudice; colui che condanna a morte Carnevale, con la “Cioccola”, che verrà usata durante il processo per zittire la gente. L’avvocato d’accusa, che accuserà Carnevale di aver bevuto e mangiato a crepapelle nelle case del paese con un’arringa dalle futili argomentazioni. L’avvocato di difesa che cercherà in tutti i modi di scagionarlo, portando esempi riferiti a fatti più gravi avvenuti durante l’anno trascorso nella comunità. Vestiti tipici di questi ruoli sono quelli di uso comune all’interno di una corte.

Le Guardie

Rappresentano l’ordine pubblico con finti fucili di legno e maschere di pelle. Indossano divise di colore verde (giacca, pantalone e cravatta), camicie verdi o nere e scarponi.

Per tutto il giorno due di loro hanno il compito di tenere incatenato Carnevale, che a fine giornata sarà fucilato. Gli altri due, invece, cercano invano di trattenere l’Urs che con la sua forza selvaggia scappa spaventando vecchi e bambini.

U Miedc

Vestito con abiti eleganti e soprabito. Impugna la valigetta con gli attrezzi del mestiere.  Seguito da due infermieri vestiti di bianco e una valigetta di pronto intervento.

Sono sempre allerta per soccorrere Carnevale, quando cade a terra e si sente male, per aver mangiato e bevuto troppo.

U' P'zzent

Rappresenta l’uomo povero.

Porta un pastrano e un cappello nero, a tracolla un sacco “à vertul” dove mette le offerte culinarie. È il capofila della mascherata è lui ad indicare il percorso. Bussa alle porte con la “Cioccola”,  Le maschere di Teana non parlano per non farsi riconoscere, ma lui è l’unica Maschera, che camuffando la voce, ha il privilegio di pronunciare un’unica parola “U Zizz”

Una vecchia credenza dice che i morti bussano alle porte delle case, e il pezzente è proprio la figura che fa da tramite tra il mondo dei vivi e quello dei morti. Bussando alle porte tutti gli danno da bere e da mangiare. Questo gesto viene considerato dagli anziani come un’indulgenza per l’aldilà.

U' Portafurtun

Offre la fortuna alla gente in cambio di qualche dono, che un tempo erano pietanze tipiche come uova e salsicce, mentre oggi qualche moneta.

Porta un mantello nero, maschera di pelle e una gabbietta fatta con rami di salice intrecciato a fili di metallo con dentro due colombe. Sulla parte superiore della gabbia due corna di Caprone. Di fianco la gabbietta si trova un piccolo cestino con dei bigliettini su cui c’è scritta la fortuna del cliente, proverbi antichi scritti in dialetto.

Le colombe simboleggiano il messaggio che arriva dalla Natura per prevedere il destino di chi prede il biglietto. Questa maschera non ha una postazione precisa, ma è libera di vagare per l’allegro corteo disordinato ed entrare nelle case, perché le maschere sono considerate di buon auspicio e nessuno osa cacciarle via.

Gli Sposi

Con la loro unione simboleggiando l’inizio di una nuova vita. Vanno a braccetto. Ballano come una vera coppia nel giorno del matrimonio, girano qua e là tra i partecipanti della mascherata portando allegria e invitando tutti a ballare.

Il vestito della Sposa, rigorosamente bianco, una parrucca cucina al velo e un bouquet realizzato ogni anno con spezie tipiche del luogo (rosmarino, origano, peperoncino). Il vestito dello Sposo è scuro ed elegante, indossa un cappello.

Carnuluvar e Quaremma

CARNULUVAR

È per lui che si organizza lo spettacolo. Deriso da tutti, rappresenta i vizi dell’uomo, ingordo, ubriacone indebitato; in testa porta un cappello di paglia “a paghjiett”, il volto coperto da una maschera di iuta, indossa abiti di velluto (pantalone, giacca e gilet) e una camicia di cotone bianca che copre un grosso pancione che ne ostacola i movimenti, al collo porta “u sauzizz” che ha rubato e mangiato nelle case del paese, impugna un bastone con in alto legata una bottiglia di vino dalla quale si disseta durante la sfilata. Legato con funi viene trascinato dalle guardie. Durante l’allegra processione cade a terra ripetute volte. Alcune leggende narrano, che le cadute di Carnevale simboleggiano le cadute di Gesù durante la processione del venerdì santo. Come Gesù anche lui sa che alla fine dello “spettacolo” verrà condannato a morte.

QUAREMM

Moglie di Carnevale. Porta sul capo un fazzoletto e uno scialle nero, camicia bianca, gonna nera e calze di lana grezza. Raffigura la quaresima. Piange, si dispera perché perderà il marito e toccherà a lei pagare i debiti di Carnevale. Porta con sè un fuso e la lana che filerà durante tutta la mascherata. Il fuso rappresenta la vita, la lana avvolta in un gomitolo il tempo che passa.

FAMIGLIA CARNLUVAR

Composta da sei figlie femmine Anna, Susanna Rebecca e Ribanna, Cecilia, Sabbetta e solo un figlio maschio “Taramanno”. Vestiti con abiti di fortuna che richiamano l’antichità delle maschere. (Vesti lunghe, calze grezze, gonne larghe, camicette e giacchette di lana sottile, scarponi – Abiti di velluto scuri, cappello che richiamano lo stile del padre).

L'Urs

Rappresenta la natura selvaggia, un connubio tra Uomo e Natura. Si nasconde nei boschi e torna nel paese solo nel periodo di carnevale.

Si narra che, gli sposi che non riuscivano ad avere figli facevano entrare l’Urs nella camera da letto come segno di buon auspicio. È un costume di pelle di caprone, adeguatamente lavorata, stagionata e cucita artigianalmente; adornata con 3 campanacci, 2 piccole e 1 media, sorretti da un’imbracatura di catene che si prolungano dal dorso per consentire la presa de l’Urs da parte delle guardie.

Sul lato posteriore, è sorretta dalla stessa imbracatura “á camastr”. Parte integrante di questo costume è “u munnul” (un bastone con uno straccio che veniva usato dalle donne per stemperare il forno e purificarlo dalla cenere) che viene impugnato dalla maschera, bagnato nelle fontanelle e lanciato contro i passanti come segno di purificazione.