IL RASKATIELLO DI MISKIGLIO DI TEANA DIVENTA PRODOTTO AGRICOLO TRADIZIONALE – COMUNICATO STAMPA del 11/04/2019

IL RASKATIELLO DI MISKIGLIO DI TEANA DIVENTA PRODOTTO AGRICOLO TRADIZIONALE

Il tradizionale piatto teanese nell’elenco dei prodotti agroalimentari tradizionali italiani (PAT) istituito dal Ministero delle politiche agricole alimentari, forestali e del turismo (Mipaaft)

La Pro Loco Teana, associazione di Promozione Turistica e Sociale del Comune di Teana (PZ), è impegnata da sempre nella promozione del ricco patrimonio delle tradizioni del nostro territorio.
Il 12 Marzo 2019 (GU Serie Generale n.60 del 12-03-2019 – Suppl. Ordinario n. 9) il Raskatiello di Miskiglio di Teana è stato inserito nell’elenco dei prodotti agroalimentari tradizionali italiani (PAT) istituito dal Ministero delle politiche agricole alimentari, forestali e del turismo (Mipaaft) che ha anche il compito di promuoverne la conoscenza a livello nazionale e all’estero.

Il Raskatiello di Miskiglio di Teana è uno dei piatti della tradizione di un’area territoriale ben definita del Parco Nazionale del Pollino, detta “Valle del Serrapotamo”. La nascita di questo piatto può essere collocata intorno al 1600, periodo nel quale Teana, come il resto della Regione, si ritrovò ad affrontare un periodo di forte carestia dovuta alle continue morti a causa della peste nera e dei terremoti che si susseguirono in quegli anni. Sfamarsi era diventato la priorità e la popolazione fu costretta a cercare un’alternativa: produrre una quantità sufficiente di legumi e da qui il “miscuglio” di farina di grano e farina di fave.

Da sempre la nostra associazione si è posta come obiettivo la valorizzazione di questa tradizione, siamo molto soddisfatti: con l’assegnazione del Marchio PAT abbiamo compiuto un ulteriore passo in avanti per dar risalto e valorizzare questa eccellenza enogastronomica teanese. Abbiamo concluso una prima fase di sviluppo dei programmi di promozione iniziati con la pubblicazione di un Volume Scientifico sul Miskiglio di Teana, [Bove, Galgano, Lo Vaglio, Pesce, Aloia, Romano (2016) Il Miskiglio di Teana – Ed. Ermes] nato dalla collaborazione della Pro Loco Teana con il Comune di Teana e realizzata grazie ai Fondi del Patrimonio Beni Intangibili della Basilicata, che ha visto il coinvolgimento dell’Università di Basilicata e di alcuni soci della nostra associazione che hanno portato un contributo fondamentale nella stesura dell’opera.

Data la presenza di altri marchi PAT del tutto affini al Miskiglio di Teana, come i Raskatielli di Legumi di Fardella, che rappresenta solo uno dei numerosi punti comuni del territorio del Serrapotamo, ci poniamo ora come obiettivo primario una collaborazione con i paesi limitrofi che possa portare alla nascita di percorsi turistici che accomunino l’enogastronomia con le tradizioni del nostro territorio.
Crediamo che sia necessario iniziare ad unire le forze per cercare di costruire qualcosa di importante: una filiera corta di produzione che possa portare sia benefici a livello turistico sia benefici di tipo socio-economico.

Le “differenze” posso e devono essere un valore aggiunto e non un elemento di divisione.

UFFICIO STAMPA PRO LOCO TEANA

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Il Popolo

Composto da un numero variabile di persone, che indossano prevalentemente abiti di fortuna che ritraggono figure femminili. Durante il processo incitano la corte a condannare a morte Carnevale, che durante l’anno ha approfittato della loro bontà.

La Legge

Forza esecutrice del processo a carnevale.

Composta dal giudice; colui che condanna a morte Carnevale, con la “Cioccola”, che verrà usata durante il processo per zittire la gente. L’avvocato d’accusa, che accuserà Carnevale di aver bevuto e mangiato a crepapelle nelle case del paese con un’arringa dalle futili argomentazioni. L’avvocato di difesa che cercherà in tutti i modi di scagionarlo, portando esempi riferiti a fatti più gravi avvenuti durante l’anno trascorso nella comunità. Vestiti tipici di questi ruoli sono quelli di uso comune all’interno di una corte.

Le Guardie

Rappresentano l’ordine pubblico con finti fucili di legno e maschere di pelle. Indossano divise di colore verde (giacca, pantalone e cravatta), camicie verdi o nere e scarponi.

Per tutto il giorno due di loro hanno il compito di tenere incatenato Carnevale, che a fine giornata sarà fucilato. Gli altri due, invece, cercano invano di trattenere l’Urs che con la sua forza selvaggia scappa spaventando vecchi e bambini.

U Miedc

Vestito con abiti eleganti e soprabito. Impugna la valigetta con gli attrezzi del mestiere.  Seguito da due infermieri vestiti di bianco e una valigetta di pronto intervento.

Sono sempre allerta per soccorrere Carnevale, quando cade a terra e si sente male, per aver mangiato e bevuto troppo.

U' P'zzent

Rappresenta l’uomo povero.

Porta un pastrano e un cappello nero, a tracolla un sacco “à vertul” dove mette le offerte culinarie. È il capofila della mascherata è lui ad indicare il percorso. Bussa alle porte con la “Cioccola”,  Le maschere di Teana non parlano per non farsi riconoscere, ma lui è l’unica Maschera, che camuffando la voce, ha il privilegio di pronunciare un’unica parola “U Zizz”

Una vecchia credenza dice che i morti bussano alle porte delle case, e il pezzente è proprio la figura che fa da tramite tra il mondo dei vivi e quello dei morti. Bussando alle porte tutti gli danno da bere e da mangiare. Questo gesto viene considerato dagli anziani come un’indulgenza per l’aldilà.

U' Portafurtun

Offre la fortuna alla gente in cambio di qualche dono, che un tempo erano pietanze tipiche come uova e salsicce, mentre oggi qualche moneta.

Porta un mantello nero, maschera di pelle e una gabbietta fatta con rami di salice intrecciato a fili di metallo con dentro due colombe. Sulla parte superiore della gabbia due corna di Caprone. Di fianco la gabbietta si trova un piccolo cestino con dei bigliettini su cui c’è scritta la fortuna del cliente, proverbi antichi scritti in dialetto.

Le colombe simboleggiano il messaggio che arriva dalla Natura per prevedere il destino di chi prede il biglietto. Questa maschera non ha una postazione precisa, ma è libera di vagare per l’allegro corteo disordinato ed entrare nelle case, perché le maschere sono considerate di buon auspicio e nessuno osa cacciarle via.

Gli Sposi

Con la loro unione simboleggiando l’inizio di una nuova vita. Vanno a braccetto. Ballano come una vera coppia nel giorno del matrimonio, girano qua e là tra i partecipanti della mascherata portando allegria e invitando tutti a ballare.

Il vestito della Sposa, rigorosamente bianco, una parrucca cucina al velo e un bouquet realizzato ogni anno con spezie tipiche del luogo (rosmarino, origano, peperoncino). Il vestito dello Sposo è scuro ed elegante, indossa un cappello.

Carnuluvar e Quaremma

CARNULUVAR

È per lui che si organizza lo spettacolo. Deriso da tutti, rappresenta i vizi dell’uomo, ingordo, ubriacone indebitato; in testa porta un cappello di paglia “a paghjiett”, il volto coperto da una maschera di iuta, indossa abiti di velluto (pantalone, giacca e gilet) e una camicia di cotone bianca che copre un grosso pancione che ne ostacola i movimenti, al collo porta “u sauzizz” che ha rubato e mangiato nelle case del paese, impugna un bastone con in alto legata una bottiglia di vino dalla quale si disseta durante la sfilata. Legato con funi viene trascinato dalle guardie. Durante l’allegra processione cade a terra ripetute volte. Alcune leggende narrano, che le cadute di Carnevale simboleggiano le cadute di Gesù durante la processione del venerdì santo. Come Gesù anche lui sa che alla fine dello “spettacolo” verrà condannato a morte.

QUAREMM

Moglie di Carnevale. Porta sul capo un fazzoletto e uno scialle nero, camicia bianca, gonna nera e calze di lana grezza. Raffigura la quaresima. Piange, si dispera perché perderà il marito e toccherà a lei pagare i debiti di Carnevale. Porta con sè un fuso e la lana che filerà durante tutta la mascherata. Il fuso rappresenta la vita, la lana avvolta in un gomitolo il tempo che passa.

FAMIGLIA CARNLUVAR

Composta da sei figlie femmine Anna, Susanna Rebecca e Ribanna, Cecilia, Sabbetta e solo un figlio maschio “Taramanno”. Vestiti con abiti di fortuna che richiamano l’antichità delle maschere. (Vesti lunghe, calze grezze, gonne larghe, camicette e giacchette di lana sottile, scarponi – Abiti di velluto scuri, cappello che richiamano lo stile del padre).

L'Urs

Rappresenta la natura selvaggia, un connubio tra Uomo e Natura. Si nasconde nei boschi e torna nel paese solo nel periodo di carnevale.

Si narra che, gli sposi che non riuscivano ad avere figli facevano entrare l’Urs nella camera da letto come segno di buon auspicio. È un costume di pelle di caprone, adeguatamente lavorata, stagionata e cucita artigianalmente; adornata con 3 campanacci, 2 piccole e 1 media, sorretti da un’imbracatura di catene che si prolungano dal dorso per consentire la presa de l’Urs da parte delle guardie.

Sul lato posteriore, è sorretta dalla stessa imbracatura “á camastr”. Parte integrante di questo costume è “u munnul” (un bastone con uno straccio che veniva usato dalle donne per stemperare il forno e purificarlo dalla cenere) che viene impugnato dalla maschera, bagnato nelle fontanelle e lanciato contro i passanti come segno di purificazione.