Un grazie speciale a tutti!

La Pro Loco Teana APS e l’Amministrazione Comunale di Teana desiderano esprimere un profondo ringraziamento a tutti coloro che hanno reso possibile la straordinaria riuscita de L’Urs e il Carnevale di Teana 2025.
Questo evento è la dimostrazione di quanto la collaborazione e la sinergia tra istituzioni e mondo dell’associazionismo possano generare qualcosa di unico, nel segno della tradizione e dell’amore per il nostro paese.

Un ringraziamento speciale va ai volontari della Pro Loco, vera anima dell’evento. Con passione, sacrificio e instancabile dedizione, sono loro a curare ogni dettaglio, portando avanti con orgoglio le tradizioni di Teana. La loro energia e il loro spirito di servizio sono un esempio straordinario di attaccamento alla propria terra.

Grazie ai figuranti, che raggiungendoci anche da lontano, hanno dato vita alle nostre maschere, e a tutte le persone che, con il loro impegno, hanno contribuito alla riuscita dell’evento. Grazie anche a tutti coloro che ci hanno raggiunto da ogni parte, rendendo il Carnevale di Teana un appuntamento sempre più sentito e partecipato.

Un ringraziamento particolare a Peppone Calabrese, la cui presenza ha dato un valore aggiunto alla manifestazione, contribuendo a far conoscere e apprezzare ancora di più il nostro Carnevale e per la sua vicinanza e per come ha preso a cuore i paesi della Via del Miskiglio. Grazie di cuore per esserci sempre!

Un grazie di cuore agli amici della Pro Loco Tricarico, che, dopo un po’ di tempo, sono tornati a Teana per rafforzare un’amicizia e una collaborazione che ci uniscono da sempre. La condivisione delle tradizioni tra le nostre comunità è un patrimonio prezioso che intendiamo custodire e far crescere.

Grazie a tutti coloro che hanno partecipato, portando con sé lo spirito di festa e rafforzando il senso di comunità. Un pensiero particolare va agli abitanti della La Via del Miskiglio, che dimostrano come la tradizione sia un valore vivo e condiviso tra i nostri comuni.

Un sentito ringraziamento va alla Parrocchia Maria SS.ma del Carmine, che ha saputo tenderci la mano nel momento del bisogno, e alla 𝑃𝑟𝑜𝑡𝑒𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒 𝐶𝑖𝑣𝑖𝑙𝑒 “𝑉𝑜𝑙𝑎” – Teana, che con la sua professionalità ha garantito la sicurezza di tutti, permettendoci di vivere l’evento in serenità.

Grazie ai tantissimi fotografi che hanno voluto immortalare i momenti della giornata, contribuendo a lasciar traccia di ciò che è stato in maniera tangibile.

Un sentito ringraziamento lo rivolgiamo a tutti coloro che hanno arricchito il programma culturale:

  • Silvio Giordano, che ha regalato alla Comunità Teanese L’URS IL DEMONE DI TEANA, un lavoro che coniuga tradizione e nuovi linguaggi comunicativi catapultando lo spettatore in una nuova dimensione.
  • L’Università della Basilicata, con la Prof.ssa Vita Santoro e Antonella D’Auria che hanno partecipato ad una tavola rotonda di indubbia importanza, un momento di confronto dedicato al valore delle maschere tradizionali e alle opportunità che possono offrire i progetti culturali internazionali come MASKS – European Project
  • La stilista Damiana Spoto, docente di storia della moda e ideatrice di Miska, la maschera per le donne, risultato della Residenza Artistica tenutasi in più tappe nel nostro comune
  • La Designer Valentina Priori, che ha realizzato, con la solita professionalità, le 14 riproduzioni di Miska che hanno arricchito la tradizione millenaria del Carnevale Teanese
  • La Prof.ssa Laura Marchetti, antropologa e docente presso università mediterranea di Reggio Calabria, il cui pensiero e sostegno verso le iniziative intraprese ci rassicura e ci motiva ancor di più a perseguire per la strada intrapresa
  • La Consigliera delle Pari Opportunità Ivana Pipponzi, che ha definito il progetto lungimirante e inclusivo, sposandolo in ogni sua forma
  • La Direttrice APT Basilicata Margherita Sarli, che ha accolto con grande favore il progetto dando sostegno all’iniziativa

Grazie alla Fondazione Civiltà Appennino, parte integrante della macchina organizzativa dell’evento.

Grazie a Maria Anna Nolè e l’associazione Iatrida Compagnia di danza popolare sperimentale, i Tammurriarè e Valerio Ricciardelli che con il loro entusiasmo coinvolgente e la loro professionalità hanno accompagnato la sfilata.

Grazie a tutti i musicisti spontanei, che con la loro musica hanno reso ancora più magica l’atmosfera del nostro Carnevale.

Grazie a Regione Basilicata, Basilicata Turistica, Carnevali e Maschere della Lucania, Visit Teana, La Via del Miskiglio e Pro Loco UNPLI Basilicata che hanno patrocinato questo memorabile evento

Siamo già pronti per il prossimo appuntamento: il Carnevale Europeo Maschere Zoomorfe il 14-15-16 marzo a Isernia e Campobasso!

Grazie a tutti e arrivederci al prossimo anno!

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Il Popolo

Composto da un numero variabile di persone, che indossano prevalentemente abiti di fortuna che ritraggono figure femminili. Durante il processo incitano la corte a condannare a morte Carnevale, che durante l’anno ha approfittato della loro bontà.

La Legge

Forza esecutrice del processo a carnevale.

Composta dal giudice; colui che condanna a morte Carnevale, con la “Cioccola”, che verrà usata durante il processo per zittire la gente. L’avvocato d’accusa, che accuserà Carnevale di aver bevuto e mangiato a crepapelle nelle case del paese con un’arringa dalle futili argomentazioni. L’avvocato di difesa che cercherà in tutti i modi di scagionarlo, portando esempi riferiti a fatti più gravi avvenuti durante l’anno trascorso nella comunità. Vestiti tipici di questi ruoli sono quelli di uso comune all’interno di una corte.

Le Guardie

Rappresentano l’ordine pubblico con finti fucili di legno e maschere di pelle. Indossano divise di colore verde (giacca, pantalone e cravatta), camicie verdi o nere e scarponi.

Per tutto il giorno due di loro hanno il compito di tenere incatenato Carnevale, che a fine giornata sarà fucilato. Gli altri due, invece, cercano invano di trattenere l’Urs che con la sua forza selvaggia scappa spaventando vecchi e bambini.

U Miedc

Vestito con abiti eleganti e soprabito. Impugna la valigetta con gli attrezzi del mestiere.  Seguito da due infermieri vestiti di bianco e una valigetta di pronto intervento.

Sono sempre allerta per soccorrere Carnevale, quando cade a terra e si sente male, per aver mangiato e bevuto troppo.

U' P'zzent

Rappresenta l’uomo povero.

Porta un pastrano e un cappello nero, a tracolla un sacco “à vertul” dove mette le offerte culinarie. È il capofila della mascherata è lui ad indicare il percorso. Bussa alle porte con la “Cioccola”,  Le maschere di Teana non parlano per non farsi riconoscere, ma lui è l’unica Maschera, che camuffando la voce, ha il privilegio di pronunciare un’unica parola “U Zizz”

Una vecchia credenza dice che i morti bussano alle porte delle case, e il pezzente è proprio la figura che fa da tramite tra il mondo dei vivi e quello dei morti. Bussando alle porte tutti gli danno da bere e da mangiare. Questo gesto viene considerato dagli anziani come un’indulgenza per l’aldilà.

U' Portafurtun

Offre la fortuna alla gente in cambio di qualche dono, che un tempo erano pietanze tipiche come uova e salsicce, mentre oggi qualche moneta.

Porta un mantello nero, maschera di pelle e una gabbietta fatta con rami di salice intrecciato a fili di metallo con dentro due colombe. Sulla parte superiore della gabbia due corna di Caprone. Di fianco la gabbietta si trova un piccolo cestino con dei bigliettini su cui c’è scritta la fortuna del cliente, proverbi antichi scritti in dialetto.

Le colombe simboleggiano il messaggio che arriva dalla Natura per prevedere il destino di chi prede il biglietto. Questa maschera non ha una postazione precisa, ma è libera di vagare per l’allegro corteo disordinato ed entrare nelle case, perché le maschere sono considerate di buon auspicio e nessuno osa cacciarle via.

Gli Sposi

Con la loro unione simboleggiando l’inizio di una nuova vita. Vanno a braccetto. Ballano come una vera coppia nel giorno del matrimonio, girano qua e là tra i partecipanti della mascherata portando allegria e invitando tutti a ballare.

Il vestito della Sposa, rigorosamente bianco, una parrucca cucina al velo e un bouquet realizzato ogni anno con spezie tipiche del luogo (rosmarino, origano, peperoncino). Il vestito dello Sposo è scuro ed elegante, indossa un cappello.

Carnuluvar e Quaremma

CARNULUVAR

È per lui che si organizza lo spettacolo. Deriso da tutti, rappresenta i vizi dell’uomo, ingordo, ubriacone indebitato; in testa porta un cappello di paglia “a paghjiett”, il volto coperto da una maschera di iuta, indossa abiti di velluto (pantalone, giacca e gilet) e una camicia di cotone bianca che copre un grosso pancione che ne ostacola i movimenti, al collo porta “u sauzizz” che ha rubato e mangiato nelle case del paese, impugna un bastone con in alto legata una bottiglia di vino dalla quale si disseta durante la sfilata. Legato con funi viene trascinato dalle guardie. Durante l’allegra processione cade a terra ripetute volte. Alcune leggende narrano, che le cadute di Carnevale simboleggiano le cadute di Gesù durante la processione del venerdì santo. Come Gesù anche lui sa che alla fine dello “spettacolo” verrà condannato a morte.

QUAREMM

Moglie di Carnevale. Porta sul capo un fazzoletto e uno scialle nero, camicia bianca, gonna nera e calze di lana grezza. Raffigura la quaresima. Piange, si dispera perché perderà il marito e toccherà a lei pagare i debiti di Carnevale. Porta con sè un fuso e la lana che filerà durante tutta la mascherata. Il fuso rappresenta la vita, la lana avvolta in un gomitolo il tempo che passa.

FAMIGLIA CARNLUVAR

Composta da sei figlie femmine Anna, Susanna Rebecca e Ribanna, Cecilia, Sabbetta e solo un figlio maschio “Taramanno”. Vestiti con abiti di fortuna che richiamano l’antichità delle maschere. (Vesti lunghe, calze grezze, gonne larghe, camicette e giacchette di lana sottile, scarponi – Abiti di velluto scuri, cappello che richiamano lo stile del padre).

L'Urs

Rappresenta la natura selvaggia, un connubio tra Uomo e Natura. Si nasconde nei boschi e torna nel paese solo nel periodo di carnevale.

Si narra che, gli sposi che non riuscivano ad avere figli facevano entrare l’Urs nella camera da letto come segno di buon auspicio. È un costume di pelle di caprone, adeguatamente lavorata, stagionata e cucita artigianalmente; adornata con 3 campanacci, 2 piccole e 1 media, sorretti da un’imbracatura di catene che si prolungano dal dorso per consentire la presa de l’Urs da parte delle guardie.

Sul lato posteriore, è sorretta dalla stessa imbracatura “á camastr”. Parte integrante di questo costume è “u munnul” (un bastone con uno straccio che veniva usato dalle donne per stemperare il forno e purificarlo dalla cenere) che viene impugnato dalla maschera, bagnato nelle fontanelle e lanciato contro i passanti come segno di purificazione.