L’Urs e il Carnevale di Teana 2020 – I nostri ringraziamenti

L'Urs e il Carnevale di Teana

Con la VI edizione del Carnevale dei Piccoli di martedì scorso, abbiamo concluso il calendario eventi de “L’Urs e il Carnevale di Teana 2020”, ci tenevamo a ringraziare tutti coloro i quali ci hanno onorato della loro presenza.

Possiamo ritenerci soddisfatti dell’ottima riuscita ed in particolar modo dell’impegno che molti hanno profuso nella pianificazione e nell’organizzazione dell’evento che ha richiesto tanto impegno e lavoro. Quell’impegno che per tante settimane è stato sacrificio, niente più di questo ci ripaga degli enormi rischi assunti.

Cogliamo l’occasione per ringraziare chi si è attivato fin da subito ed ha offerto la propria disponibilità impegnandosi con passione, coraggio, caparbietà; alcune volte trascurando anche i loro interessi e le loro famiglie solo per il bene della manifestazione.

Un doveroso riconoscimento va agli ospiti di questa edizione:

il Gruppo Etnico Culturale Mamutzones de Samugheo e all’Associazione Maschera Antica Il Diavolo Di Tufara che ci hanno onorato della loro presenza mostrandoci fin dal primo momento grandissima disponibilità e portando un grande valore aggiunto a tutta la manifestazione;

A Lorenzo Scaraggi (Lorenzo Scaraggi – Vostok100k), amico della nostra Associazione, non solo per aver scelto anche Teana come tappa per la presentazione del suo documentario “Madre Nostra”, ma anche per il grande supporto, per i consigli e l’aiuto datoci;

A Mariapaola Vergallito (La Siritide) e Gerardo Melchionda (Libera Basilicata) per l’indubbio contributo che hanno portato, in quella che è stato un pomeriggio di alto livello culturale;

A Kalura Meridionalismo per aver realizzato il manifesto di questa edizione, una spettacolare interpretazione mozzafiato che incarna in pieno lo spirito del carnevale di Teana!

A tutti i musicisti che ci hanno accompagnato durante tutta la manifestazione!

Ai tutti i bambini e ragazzi che, con la loro leggerezza, i loro sorrisi e con l’irrefrenabile voglia di essere parte di questo grande evento, hanno fatto trascorrere a noi e a tutta la comunità un bellissimo pomeriggio. Il nostro futuro siete Voi!

Un sentito grazie va al Gruppo di Protezione Civile Vola di Teana che ci ha aiutato a gestire in maniera impeccabile il grande flusso di visitatori accorsi per l’evento.

Vorremmo, inoltre manifestare la più profonda gratitudine a tutte quelle signore, che si sono caricate l’enorme lavoro di cucinare e allestire gli stand del persorso enogastronomico facendo assaporare a tutti noi le prelibatezze che Teana offre nel periodo di Carnevale.

Infine, ringraziamo il Comune di Teana per averci concesso la chiusura al traffico veicolare, delle strade comunali e per la concessione dei locali comunali.

Ci vediamo il prossimo anno!
Continuate a seguirci per restare sempre informati sugli eventi che organizzeremo nel prossimo futuro!

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Il Popolo

Composto da un numero variabile di persone, che indossano prevalentemente abiti di fortuna che ritraggono figure femminili. Durante il processo incitano la corte a condannare a morte Carnevale, che durante l’anno ha approfittato della loro bontà.

La Legge

Forza esecutrice del processo a carnevale.

Composta dal giudice; colui che condanna a morte Carnevale, con la “Cioccola”, che verrà usata durante il processo per zittire la gente. L’avvocato d’accusa, che accuserà Carnevale di aver bevuto e mangiato a crepapelle nelle case del paese con un’arringa dalle futili argomentazioni. L’avvocato di difesa che cercherà in tutti i modi di scagionarlo, portando esempi riferiti a fatti più gravi avvenuti durante l’anno trascorso nella comunità. Vestiti tipici di questi ruoli sono quelli di uso comune all’interno di una corte.

Le Guardie

Rappresentano l’ordine pubblico con finti fucili di legno e maschere di pelle. Indossano divise di colore verde (giacca, pantalone e cravatta), camicie verdi o nere e scarponi.

Per tutto il giorno due di loro hanno il compito di tenere incatenato Carnevale, che a fine giornata sarà fucilato. Gli altri due, invece, cercano invano di trattenere l’Urs che con la sua forza selvaggia scappa spaventando vecchi e bambini.

U Miedc

Vestito con abiti eleganti e soprabito. Impugna la valigetta con gli attrezzi del mestiere.  Seguito da due infermieri vestiti di bianco e una valigetta di pronto intervento.

Sono sempre allerta per soccorrere Carnevale, quando cade a terra e si sente male, per aver mangiato e bevuto troppo.

U' P'zzent

Rappresenta l’uomo povero.

Porta un pastrano e un cappello nero, a tracolla un sacco “à vertul” dove mette le offerte culinarie. È il capofila della mascherata è lui ad indicare il percorso. Bussa alle porte con la “Cioccola”,  Le maschere di Teana non parlano per non farsi riconoscere, ma lui è l’unica Maschera, che camuffando la voce, ha il privilegio di pronunciare un’unica parola “U Zizz”

Una vecchia credenza dice che i morti bussano alle porte delle case, e il pezzente è proprio la figura che fa da tramite tra il mondo dei vivi e quello dei morti. Bussando alle porte tutti gli danno da bere e da mangiare. Questo gesto viene considerato dagli anziani come un’indulgenza per l’aldilà.

U' Portafurtun

Offre la fortuna alla gente in cambio di qualche dono, che un tempo erano pietanze tipiche come uova e salsicce, mentre oggi qualche moneta.

Porta un mantello nero, maschera di pelle e una gabbietta fatta con rami di salice intrecciato a fili di metallo con dentro due colombe. Sulla parte superiore della gabbia due corna di Caprone. Di fianco la gabbietta si trova un piccolo cestino con dei bigliettini su cui c’è scritta la fortuna del cliente, proverbi antichi scritti in dialetto.

Le colombe simboleggiano il messaggio che arriva dalla Natura per prevedere il destino di chi prede il biglietto. Questa maschera non ha una postazione precisa, ma è libera di vagare per l’allegro corteo disordinato ed entrare nelle case, perché le maschere sono considerate di buon auspicio e nessuno osa cacciarle via.

Gli Sposi

Con la loro unione simboleggiando l’inizio di una nuova vita. Vanno a braccetto. Ballano come una vera coppia nel giorno del matrimonio, girano qua e là tra i partecipanti della mascherata portando allegria e invitando tutti a ballare.

Il vestito della Sposa, rigorosamente bianco, una parrucca cucina al velo e un bouquet realizzato ogni anno con spezie tipiche del luogo (rosmarino, origano, peperoncino). Il vestito dello Sposo è scuro ed elegante, indossa un cappello.

Carnuluvar e Quaremma

CARNULUVAR

È per lui che si organizza lo spettacolo. Deriso da tutti, rappresenta i vizi dell’uomo, ingordo, ubriacone indebitato; in testa porta un cappello di paglia “a paghjiett”, il volto coperto da una maschera di iuta, indossa abiti di velluto (pantalone, giacca e gilet) e una camicia di cotone bianca che copre un grosso pancione che ne ostacola i movimenti, al collo porta “u sauzizz” che ha rubato e mangiato nelle case del paese, impugna un bastone con in alto legata una bottiglia di vino dalla quale si disseta durante la sfilata. Legato con funi viene trascinato dalle guardie. Durante l’allegra processione cade a terra ripetute volte. Alcune leggende narrano, che le cadute di Carnevale simboleggiano le cadute di Gesù durante la processione del venerdì santo. Come Gesù anche lui sa che alla fine dello “spettacolo” verrà condannato a morte.

QUAREMM

Moglie di Carnevale. Porta sul capo un fazzoletto e uno scialle nero, camicia bianca, gonna nera e calze di lana grezza. Raffigura la quaresima. Piange, si dispera perché perderà il marito e toccherà a lei pagare i debiti di Carnevale. Porta con sè un fuso e la lana che filerà durante tutta la mascherata. Il fuso rappresenta la vita, la lana avvolta in un gomitolo il tempo che passa.

FAMIGLIA CARNLUVAR

Composta da sei figlie femmine Anna, Susanna Rebecca e Ribanna, Cecilia, Sabbetta e solo un figlio maschio “Taramanno”. Vestiti con abiti di fortuna che richiamano l’antichità delle maschere. (Vesti lunghe, calze grezze, gonne larghe, camicette e giacchette di lana sottile, scarponi – Abiti di velluto scuri, cappello che richiamano lo stile del padre).

L'Urs

Rappresenta la natura selvaggia, un connubio tra Uomo e Natura. Si nasconde nei boschi e torna nel paese solo nel periodo di carnevale.

Si narra che, gli sposi che non riuscivano ad avere figli facevano entrare l’Urs nella camera da letto come segno di buon auspicio. È un costume di pelle di caprone, adeguatamente lavorata, stagionata e cucita artigianalmente; adornata con 3 campanacci, 2 piccole e 1 media, sorretti da un’imbracatura di catene che si prolungano dal dorso per consentire la presa de l’Urs da parte delle guardie.

Sul lato posteriore, è sorretta dalla stessa imbracatura “á camastr”. Parte integrante di questo costume è “u munnul” (un bastone con uno straccio che veniva usato dalle donne per stemperare il forno e purificarlo dalla cenere) che viene impugnato dalla maschera, bagnato nelle fontanelle e lanciato contro i passanti come segno di purificazione.